Un’opera importante e significativa per le collezioni dei Musei Civici di Pesaro conservate nel Palazzo Toschi Mosca, è il tondo in maiolica raffigurante Medusa, del noto e valente ceramista pesarese Ferruccio Mengaroni.
Mengaroni fu un estroso ceramista e pittore che visse tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, egli rielaborò e fece proprie, dando una sua personalissima visione delle opere del Rinascimento appartenenti alla collezione Mazza.
La Medusa di Mengaroni ha una storia tragica. Nel 1925 infatti, durante il trasporto dell’opera al secondo piano della Villa Reale di Monza in cui si svolgeva la Biennale di Arti Decorative, la cassa in cui era contenuta ebbe un cedimento e l’artista, per salvare l’opera, le corse letteralmente incontro rimanendo schiacciato sotto i suoi 12 quintali di peso e sotto l’immagine terrificante del mostro Medusa, che era anche il suo autoritratto.
Una sorta di contrappasso in cui l’artista muore ma salva la propria opera consegnandola all’eternità, proprio come il mito di Medusa che è ambivalente essendo non solo mortale ma anche immagine immortale.