L’estrazione della fibra tessile e le successive fasi di lavorazione e tessitura della canapa sono parte di lunghi procedimenti che richiedono doti non indifferenti di pazienza e competenza, nonché una passione realmente sentita nei confronti di un patrimonio culturale che si vuole contribuire a conservare.
Si passa naturalmente dalla semina e coltivazione delle piante alla raccolta delle canne che possono raggiungere la lunghezza massima di quattro metri.
Le canne vanno quindi poste prima a seccare, quindi a macerare, per consentire la separazione della parte interna legnosa da quella esterna, da cui poi si ricaverà la fibra tessile.
La materia prima ottenuta con questo procedimento viene ulteriormente posta a seccare.
A questo punto è pronta per essere sottoposta all’operazione di battitura con la “macigna”, attrezzo in legno che consente di sfibrare la canapa rendendola sempre più sottile.
La fase successiva si avvale dell’ausilio della “ciavola” che sfibra ulteriormente la canapa.
A questo punto la pettinatura è l’ultima delle fasi preparatorie della fibra, prima della filatura all’arcolaio e al fuso con l’aiuto della saliva. Passando le fibre sui pettini, disposti in ordine di dimensione e larghezza dei denti, la canapa viene quindi sgrossata e preparata per la filatura che inizia con l’avvolgimento dei fili attorno alla “conocchia”.
Si giunge infine alla fase dell’orditura, finale piuttosto complesso di questa lunga fase preparatoria che conduce all’approntamento del telaio per l’inizio della tessitura.
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